Pratica e Lettere

Cè dispiacere
di John Coleman (& J.Krishnamurti)

Quando c'è dispiacere non c'è amore. Quando stai soffrendo, implicato nella tua propria sofferenza, come può esserci amore? ... Cos'è il dispiacere? ... E' dispiacere da autocommiserazione? ... Per favore investighiamo. Non stiamo dicendo che è o non è ... E' dispiacere portato dalla solitudine, sentirsi disperati, soli, isolati? Possiamo guardare al dispiacere com'è adesso dentro di noi, e rimanerci, tenerlo e non andare via da lui? Il dispiacere non è diverso da uno che soffre. La persona che soffre vuole scappare via, fuggire, fare tutto un genere di cose. Ma guardarlo come guardiamo un bambino, un bel bambino, tenerlo, senza scappare mai da lui .. allora vedrete da voi stessi, se veramente guardate in profondità, che c'è una fine al dispiacere. E quando c'è una fine al dispiacere, c'è passione, non lussuria, non stimolazione sensoriale, ma passione.

Per favore riflettiamo
di John Coleman

Per favore riflettiamo su queste parole di Krishnamurti riguardo il soggetto del dispiacere. Può darsi che tutto il dispiacere che avete provato di recente sia la vostra benedizione, liberandovi dal dispiacere. Questo, beninteso, se siete in grado di concentrarvi sull’evidente dispiacere e non deviare la vostra attenzione al significato di fuga dal dispiacere e invano tentare di trovare la pace e la felicità. Tentare di trovare la pace porterà come risultato soltanto più dispiacere. Essendo silenziosamente consapevoli del dispiacere che c’è, senza alcun desiderio, speranza o tentativo di cambiarlo, vi porterà la pace.

Diversamente da altri insegnanti, i miei studenti m’insegnano. Noi siamo uno. Quello che loro insegnano è che siamo insieme dentro la stessa tana. Allora il mio lavoro è di sorreggere uno specchio dentro il quale possiamo insieme guardare e uscire dalla tana che abbiamo scavato da noi stessi.

Raggiunto lo stadio
di John Coleman

Una volta raggiunto questo stadio, terrore e gioia sono abbandonati, c'è neutralità e indifferenza verso tutte le formazioni. Dovuto all'assenza di impedimenti la mente appare pura ma questa assenza è soltanto temporanea.Si dovrebbe ricordare che queste conoscenze sono ancora dentro l'area del condizionato e come tali sono soggette ad Annica, Dukkha e Anatta. Per coloro che passano rapidamente attraverso questi stadi la comprensione diventa chiara in retrospettiva.

Andrebbe bene se questi stati di equanimità potessero ripetersi o mantenuti, particolarmente in quegli insegnamenti dove la chiarezza della comprensione è importante nella comunicazione con gli studenti. Per i meditanti che hanno raggiunto lo stadio di Equanimità delle Formazioni la conoscenza mondana è completa e rimane molto poco da fare nell'acquisizione della conoscenza nel campo mondano.

Alcuni meditanti trovano di non essere in grado di andare oltre questa conoscenza di equanimità a causa delle potenti aspirazioni fatte nel passato, come diventare un Buddha, un discepolo o assistente del Buddha. Tali persone continuano verso il raggiungimento della perfezione della saggezza. La realizzazione del Nibbana è rimandata ad un'altra data.

L'equanimità verso le Formazioni ci trasporta attraverso il mondano fino al cancello del sovramondano dove quelli che non hanno fatto l'aspirazione sopra, e aspirano al Nibbana proprio in questa vita, procedono verso il sovramondano. Questi aspiranti al Nibbana muovono verso lo stadio seguente.

10. Anuloma 

 La conoscenza che dovrebbe accelerare il tentativo di raggiungere il Nibbana. La conoscenza conforme. Questa conoscenza stabilizza quello che è già stato ottenuto e nato da se stesso. L'aspirazione al Nibbana rimane dominante. Uno ricerca la porta del sentiero sovramondano da dove gli impedimenti come lussuria, astio, concetti, punti di vista, gelosia, ignoranza sono sconfitte e l'aspirazione verso Nibbana è adempiuta.

L’aspirazione per il Nibbana rimane primaria. Bisognerebbe ricordarsi che queste conoscenze sono ancora dentro l’area del condizionato e come tali sono soggette ad Anicca, Dukkha e Anatta.

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