Momentum Vitae est meditatio


BENVENUTI, il mio progetto sul web nasce con l'intento di conservare e condividere

gli insegnamenti di Anapanasati e Vipassana al fine di affrancarsi dalla sofferenza esistenziale

con la guida di un insegnante autorizzato. Questo secondo la dottrina del Buddismo Theravada,

nella tradizione birmana di Sayagyi U Ba Khin, in memoria del suo allievo John Earl Coleman.

Tali insegnamenti sono preservati e perpetuati per il beneficio delle future generazioni,

per questo sono conservati con l’indicazione protettiva della perfezione, verità e devozione.

Tutte le nostre azioni sono dirette nello spirito del Damma.


WELCOME, my web project was born with the intention of preserving and sharing

the teachings of Anapanasati and Vipassana, in order to be free from existential suffering

with the guidance of a licensed teacher. This according to the doctrine of Theravada Buddhism,

in the Burmese tradition of Sayagyi U Ba Khin, in memory of his student John Earl Coleman.

Such teachings are preserved and perpetuated for the benefit of future generations,

for this reason they are preserved with the protective indication of perfection, truth and devotion.

All our actions are directed in the spirit of the Dhamma.


Uno studio comparativo nel campo del Samadhi
di Sayagyi U Ba Khin

Estratto da un discorso fatto il 9 maggio 1952 da Sithu* U Ba Khin in occasione dell’anniversario del giorno della nascita del Signore Buddha nella sala della Associazione Ramakrishna a Rangoon. 
(* il titolo “Thray Sithu” gli fu conferito nel 1956)  

Samadhi, come lo vedo io, è il terreno comune su cui tutti i credenti lavorano per il loro rispettivo obiettivo. E’ in altre parole l’essenza della vita religiosa per tutti.

Gli Indù lavorano per questo. Negli ultimi tre capoversi del Testo Tantrico troviamo le seguenti parole:
“Quando lo Yogi chiude la casa che si appoggia senza sostegno, la conoscenza della quale ha ottenuto dal servizio di Parama-Guru, e quando con la pratica ripetuta i Cheta si dissolvono nel luogo dove vi è la dimora della beatitudine ininterrotta, egli allora vede nel centro e nello spazio soprastante (il triangolo) scintille di fuoco che splendono chiaramente.”
“Egli allora vede anche la Luce che è nella forma di una lampada fiammeggiante. E’ splendente come il sole del mattino che brilla chiaramente, e risplende tra il Cielo e la Terra. E’ qui che il Bhagavar manifesta Se stesso nella pienezza della Sua potenza. Egli non conosce nessun decadimento, e testimonia tutto, ed è qui come Egli è nella regione del Fuoco, Luna e Sole.”
“Questa è la dimora incomparabile e deliziosa di Vishnu. Lo Yogi eccellente al momento della morte posa gioiosamente qui il suo respiro vitale (Prana) ed entra (dopo la morte) nel Supremo, Eterno, Senza-nascita, Deva primordiale, il Purusha, colui che era prima dei tre mondi, e che è conosciuto dai Vedanta”.

Così per gli Indù essere in sintonia con la Luce Divina è la grande realizzazione.

Nel Santo Corano (sezione 5 – Manifestazione della Luce Divina) troviamo le seguenti parole:
Dio è la Luce dei Cieli e della terra La parabola della Sua Luce È come se ci fosse una Nicchia e dentro di essa una Lampada: La Lampada racchiusa nel Vetro: il Vetro come se fosse una Stella brillante: accesa da un Albero benedetto, un Ulivo, né dell’Est né dell’Ovest, Il cui olio è quasi luminoso, sebbene il fuoco lo toccasse poco: Luce su Luce! Dio guida alla Sua Luce Colui che vuole: Dio espone Parabole per gli uomini: e Dio conosce tutte le cose. (la Luce è una tale Luce) Nelle case, che Dio ha permesso di innalzarsi per onorare: per la celebrazione, in esse, del Suo Nome, in esse, Egli è glorificato di mattina e di sera, (ripetutamente)

Non c’è dubbio che anche i seguaci del Profeta Maometto lavoravano silenziosamente in luoghi appartati per questa stessa Luce Divina.

Quando il Guru Nanak stava per esalare il suo ultimo respiro ordinò alla folla che si era riunita intorno a lui di pregare che egli potesse incontrare il Signore. Egli poi stese un lenzuolo su di lui, rese omaggio a Dio e mescolò la sua Luce con quella del Guru Angad, suo successore. Senza dubbio anche il Guru Nanak ha lavorato per quella Luce Divina.

E che dire dei Cristiani? Meditano anche loro? Io direi di sì da quello che apprendo sui monaci Cattolici Romani. Ho appena letto un brano tratto da un articolo apparso su 'La Nazione' di Firenze che dice:
“Sedetevi in un angolo, chiudete la porta ed elevate lo spirito sopra ogni cosa vana e temporanea: poi piegate la barba in avanti sul petto, e con tutta la vostra anima aprite l’occhio che percepisce che si trova al centro del vostro corpo. Restringete le uscite dell’aria in modo da non respirare troppo facilmente, sforzatevi di trovare l’esatta posizione del vostro cuore dove tutte le forze della vostra anima sono destinate a vivere. Prima incontrerete l’oscurità e la resistenza delle masse impenetrabili, ma se voi persevererete e continuerete con questo lavoro giorno e notte finirete col provare una gioia inesprimibile, perché appena trovate il luogo del vostro cuore, lo spirito vede quello che non si sarebbe mai potuto realizzare prima. Poi vede l’aria tra esso e il cuore in modo chiaro e percettibile con una luce miracolosa”.

Anche qui lo scopo e l’oggetto della meditazione è quello di riuscire a ottenere la Luce Divina.

La credenza comune è comunque che sia estremamente difficile anche intravedere la Luce in meditazione e che i corsi di meditazione sono fatti solo per persone che hanno rinunciato al mondo. I nostri esperimenti hanno tuttavia dimostrato che, sotto una guida appropriata, la pace interiore e la purezza della Mente con la Luce possono essere raggiunte dal primo all’ultimo a prescindere dalla sua religione o credo.

Come Presidente dell’Associazione di Ricerca della Vipassana, vorrei dissipare quell’opinione comune e affermare in modo certo che abbiamo sviluppato una tecnica con la quale siamo in grado di aiutare un sincero praticante a sperimentare uno stato di purezza della Mente nel corso di alcuni giorni.
Noi non sosteniamo comunque che questo sia possibile per ognuno. Mentre per un tipo normale di studente non ci dovrebbero essere difficoltà di alcun genere, purché sia sincero, siamo in qualche modo preoccupati per quelli di tipo fuori dalla norma, come:

1) persone che sono associate con forze spirituali di ordine inferiore sia per loro iniziativa sia sotto l’influenza di altri;
2) persone che sono sotto la stretta morsa di Tanha, Mana o Ditthi (pur non sentendosi così).

Anche nei loro casi, c’è una possibilità di successo se c’è sincerità di scopo, completa sottomissione al Maestro e forte determinazione e impegno per raggiungere il risultato desiderato.

Per quanto riguarda noi, ci siamo avviati. Desidero fare sapere a tutti voi che abbiamo appena acquisito un pezzo di terra vicino alla University Avenue e che lo stiamo trasformando in un Centro di meditazione che sarà aperto anche ai non-buddisti che sono interessati al nostro lavoro e che aspirano a ottenere la Luce Divina e a entrare in stati gianici di Pace Interiore. Noi saremo tutti più che felici di dare loro l’aiuto necessario senza interferire con la loro fede religiosa. Dovremmo anche essere preparati ad aiutare qualsiasi persona che volesse avere un assaggio della “Pace Nibbanica Interiore”.

Il successo dei nostri sforzi dipenderà comunque dall’incoraggiamento dato dalle persone interessate al nostro lavoro. Speriamo che con la grazia del Buddha, del Dhamma e del Sangha, questo incoraggiamento sia prossimo e che tra breve saremo in grado di svolgere le nostre lezioni di Meditazione per il beneficio di tutti gli interessati.

Estratto conforme (S. VENKATARAMAN), Segretario dell’Associazione di Ricerca della Vipassana, Ufficio della Ragioneria Generale, Birmania
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